Iniziamo il nostro racconto con una premessa…per me Laura, è stata la terza esperienza missionaria (ero già stata in Uruguay e in Bolivia); per me, Raffaele, è stata una “prima assoluta”!!!
Le “sorelline”, compagne di viaggio di Laura nel 2004, ci hanno regalato un quadernetto che è diventato il nostro diario di viaggio e dal quale vorremmo estrarre qualche pensiero/sensazione per raccontarvi la nostra “vacanza missionaria”.
Il primo pensiero che abbiamo annotato sul nostro diario riguardava la partenza: dopo la S. Messa del 7 settembre (festa di Don Silvio) abbiamo salutato il Don, chiuso le valigie e ci siamo preparati per partire; sono riemerse le stesse sensazioni provate al nostro matrimonio: la chiesa, gli amici la festa e un lungo volo!! Sembrava di partire nuovamente per il viaggio di nozze!!
Arrivati a Santa Cruz, sin da subito è stata fortissima la sensazione di essere a “casa”, ci siamo sentiti accolti e “aspettati” da Laura e Oscar.
Le prime due giornate sono passate a raccontarci reciprocamente le nostre vite e ad organizzare le nostre giornate insieme, dalle cose più quotidiane, come andare a fare la spesa e pulire casa, alle visite alle comunità in foresta ecc.
L’esperienza del “cammino” della missione l’abbiamo vissuta al centro “La Sonrisa”, nel nuovo centro (non ancora inaugurato) e tra le famiglie del campo.
Vorremmo per ciascuna delle tre realtà trasmettervi le nostre sensazioni.

Presso il centro “la Sonrisa” abbiamo capito l’importanza della famiglia, svolgendo attività di laboratorio con le mamme, giocando con i bambini e osservando Oscar e Laura che, come famiglia, si occupano di loro. Il loro modo di accoglierci, aprirsi a noi, farci vivere il loro quotidiano, ci ha fatto sentire parte della comunità.
Nel nuovo centro abbiamo iniziato a capire il vero significato delle parole “camminare e costruire”. Visitando le diverse aree, la nostra immaginazione riempiva gli ambienti con oggetti, persone, suoni e ci sembrava di vederlo… finito! Già abitato dalle famiglie e a sostegno dei valori della stessa attraverso il lavoro, l’istruzione, la vita di coppia e di condivisione.
Ed infine, il campo… l’esperienza che segna… Tante volte ci sembra di sapere che cosa sia la povertà, perché in realtà non è lontana da noi, la possiamo incontrare ogni giorno nelle strade delle nostre città. Ma quando ci si addentra nella foresta, tra gli alberi e la strada sterrata, per incontrare le persone che vivono nelle capanne, ti rendi conto che le parole che puoi usare per raccontarla non saranno mai adatte a trasmetterne fino in fondo le emozioni… e che ogni incontro ti lascia qualcosa e ogni volta è una sensazione diversa. Ci siamo resi conto che le persone non avevano nulla per cui sorridere… mancava l’acqua, la luce, il cibo, la salute… eppure abbiamo ricevuto tanti sorrisi e tante persone ci hanno salutato dicendoci “que te vada bien” e da queste parole abbiamo sentito tanta speranza e ci siamo resi conto che “solo Dios basta” e che questo pensiero di speranza è forse quello che a volte noi dimentichiamo nella nostra vita di tutti i giorni.
Per me (Laura) era la seconda esperienza di “campo”… e mi sono resa conto di come in 4 anni le persone siano cambiate e del cammino che hanno fatto sia sul piano spirituale che sul piano comunitario. Attendono Oscar e i suoi amici (noi e tutti quelli che verranno) perché vivono questo incontro come un momento di crescita e perché Oscar è uno strumento attraverso il quale sentono più vicina la Parola di Dio e la carità dei fratelli.
Per me (Raffaele) era la prima esperienza di “campo”… e mi sono sentito profondamente accolto. Queste persone non avevano nulla e mi hanno dato tanto e tutto quello che in quel momento avevano. Non dimenticherò mai il piatto di pollo e riso mangiato nella capanna della signora Rosita. La tovaglia bianca stesa per il pranzo e sulla quale abbiamo pregato. È stato per me un momento di grande condivisione con le persone e con Gesù.
La nostra esperienza è durata solo 10 giorni e abbiamo cercato di vivere ogni momento con grande intensità, con la sete dell’incontro con l’altro e la fame di capire qualche briciola di più sul senso della missione. È stato bello esserci, vivere con la famiglia missionaria, incontrare la gente del centro e del campo. Ringraziamo Dio per questo Dono e per averlo condiviso come coppia e famiglia.

Laura e Raffaele

Laura e Raffaele