Dall’Africa… con amore (Agosto 2000)
In quest’anno Giubilare la voce del Papa si è levata forte nel chiedere la riduzione del debito estero dei Paesi più poveri, ricordandoci che beni come il lavoro, le ricchezze, la democrazia, sono di tutti e che quindi ogni uomo ha il diritto di partecipare alla fruizione di tanti valori con pari dignità. La nostra presenza per il terzo anno nella Repubblica Centrafricana, presso la missione di Bozoum, ci ha permesso di constatare ancora una volta come l’appello del Papa sia realmente intriso di verità e di urgenza. La nostra abitudine mentale di mascherare le insicurezze circondandoci di ricchezza, al fine di crearci così l’illusione di toglierci l’ansia per il futuro, ha veramente prodotto un largo solco tra i nostri Paesi “sviluppati” e quelli del Sud del Mondo. Questo meccanismo è talmente accattivante che occorre poi una vera provocazione alla coscienza per valutare con discernimento, oltre all’uso dei beni e del denaro, anche i propri progetti e la propria sicurezza.

Ed è questo il motivo per cui abbiamo deciso, alla vigilia delle nostre nozze, di trascorrere le ferie a Bozoum. Il coinvolgimento nella Associazione ci ha portato a comprendere come di fronte ai poveri non si può restare inerti e indifferenti. A volte, come coppia, ci capita di cadere nella tentazione di mascherare il nostro disimpegno di fronte alla necessità dei bisognosi con la scusa che: “ogni tanto qualcosa di buono facciamo, ma nonostante ciò i problemi dei più poveri continuano a sussistere”. In effetti noi non sappiamo fare molto dei cosiddetti lavori manuali e quindi il nostro apporto concreto alle opere dell’Associazione, se valutato in questo senso, non è certo gratificante; ma in realtà si può scoprire che anche il “poco” può bastare se fatto nel nome del Signore. A questo proposito ci viene in mente che Gesù non ha preteso molti pani e molti pesci per operare. Quest’anno abbiamo riverniciato il dispensario, che dopo alcuni anni ne aveva proprio bisogno, e con l’aiuto dei Padri abbiamo anche posizionato alcuni giochi (uno scivolo, una giostra e alcuni cavallucci a molla) nel giardino dell’asilo. Appena possibile si cercava di dare anche una mano in cucina. Le attività lavorative convivevano con i momenti di preghiera e di dialogo con i Padri e con le Suore della missione. E’ solo operando nello spirito dell’Associazione che ci è stato possibile, negli anni, instaurare dei veri rapporti di amicizia con i ragazzi del villaggio. Come è bello lasciare riaffiorare i volti di Apollinaire, Norbert e ancora quelli di Felicien, Vincent, Rebecca, ecc …. questi ultimi sono alcuni dei ragazzi che fanno uso dei velò forniti loro dall’Associazione. L’episodio senz’altro più coinvolgente di questa nostra esperienza estiva è stato il pensiero di Bankon, un ragazzino di Talay, immobilizzato sulla sedia a rotelle, che venuto a sapere del nostro imminente matrimonio, ci ha fatto pervenire come regalo un disegno fatto da lui. In conclusione, ogni volta che torniamo a Bozoum constatiamo come la realtà della vita Centrafricana sia costellata di povertà e di difficoltà per la popolazione. Vista con gli occhi di chi concepisce le ferie solo come un diritto al riposo e allo svago, l’esperienza presso una missione può sembrare strana e coraggiosa. A chi ci chiede cosa ci troviamo di affascinante, noi rispondiamo che di solito, quando qualcuno è innamorato di qualcosa che agli occhi della gente non presenta nulla di accattivante, rinuncia a dare spiegazioni articolate e se la cava dicendo che l’amore è cieco. Noi invece siamo convinti che è l’unico che ci veda benissimo, perché scopre cose che sfuggono ad uno sguardo indifferente e superficiale, riesce a vedere bellezza là dove gli altri non trovano nulla di attraente.
Bruno e Paola