Da qualche giorno il gruppo dell’associazione Aiuti Terzo Mondo Onlus ha riabbracciato don Andrea Rabassini dopo l’esperienza televisiva a Caduta Libera di Gerry Scotti, su Canale 5.

Abbiamo avuto la fortuna di intervistare in esclusiva il nostro don, campione del programma per 12 puntate, che ci ha parlato della sua lunga avventura e ci ha regalato dei bellissimi aneddoti.

Ecco cosa ci ha raccontato!

Ciao don, prima di tutto complimenti da parte di tutto il gruppo dell’associazione Aiuti Terzo Mondo! Ci hai tenuto incollati al televisore per più di due settimane: abbiamo vissuto insieme a te sia i momenti di sconforto sia i fantastici traguardi che hai raggiunto, ma sarebbe difficile sceglierne uno in particolare.
Qual è stato, per te, il momento più emozionante della tua esperienza a Caduta Libera?

Beh, è stata un’esperienza emozionante dall’inizio alla fine… Certo, il primo impatto con le botole, nel momento della “prova di caduta”, è stato quello più emozionante. Un altro momento davvero particolare è stato quando è partita la registrazione di Oscar.

E’ stata una sorpresa indimenticabile anche per noi! Cos’hai provato vedendo il video di saluto del centro d’accoglienza La Sonrisa?

La sera prima della messa in onda del saluto di Oscar ero arrivato a un passo dal vincere il montepremi. La puntata in cui mi hanno mandato il saluto dal centro La Sonrisa ho vinto il gioco finale. Penso di non dover aggiungere altro!

A proposito di Oscar e Laura…

Cosa ti hanno detto quando hanno saputo che saresti andato in TV per loro?

Beh, erano sorpresi… Poi però sono stati i miei primi fan!

Credi che solidarietà e quiz TV possano essere un connubio interessante per il futuro?

Dipende… Quel che è certo è che può essere una vetrina interessante per far conoscere realtà che altrimenti rischiano di restare sconosciute ai più.

Che consiglio vuoi dare a chi vorrebbe partecipare, magari proprio con l’obiettivo di devolvere la vincita in beneficenza?

L’unica cosa che mi sento di dire è di cercare qualcosa che vi piace e di pensare solo a giocare e a divertirvi. Il resto viene da sé!

Quando hai deciso di partecipare? Cosa ti ha convinto?

La mia partecipazione al programma è nata per gioco. Era un po’ di tempo che nelle riunioni dell’associazione si scherzava dicendo che sarebbe stato bello se qualcuno fosse riuscito a partecipare a qualche programma televisivo per raccogliere un po’ di “soldini extra”. Così una sera, mentre guardavo la trasmissione, ho inviato un’email all’indirizzo segnalato per il casting e da lì è partito tutto.

Cosa ti porti a casa da questa avventura, a parte il montepremi?

Sono tante le cose che mi porto a casa. Il fatto di aver potuto conoscere il mondo che si muove “dietro le quinte”, per esempio. Nella messa in onda del gioco si vedono solo il presentatore e i concorrenti, si sente parlare degli autori, a volte si sente la voce di “Albus” (Alvise Borghi, ndr) ma alle spalle c’è davvero “un mondo”: costumiste, truccatori, parrucchieri, responsabili di produzione, addetti alle botole, direttore di studio, Jack “scaldapubblico”. Una vera e propria famiglia che ti accoglie e ti fa sentire a casa. A tutto questo va aggiunto il bel legame che si è creato con gli sfidanti che hanno iniziato l’avventura di Caduta Libera con me.

don andrea caduta libera

Durante le puntate questo aspetto è stato sottolineato più volte. Ti senti ancora con alcuni di loro?

Assolutamente sì! Quando sono diventato campione abbiamo creato il gruppo WhatsApp “Tutti caduti tranne uno”. Adesso, ovviamente, si chiama “Tutti giù per terra” (ride, ndr).

Tra tutti quelli che hai sfidato, qual è il concorrente che hai temuto di più? 

Tutti. Ogni sfida è una storia a sé. Può uscirti la domanda su un argomento che proprio non “mastichi”, o un gioco dove il primo che azzecca la risposta si prende la vita. Se siamo in trasmissione è perché ci hanno giudicati “potenziali campioni”, quindi ogni sfidante è un potenziale campione.

Qualche curosità in più…
Nelle 12
 puntate a cui hai partecipato hai risposto correttamente a una quantità infinita di domande. Nonostante questo, ci sarà stata almeno una risposta mancata che ancora non hai digerito.

Sono tante le risposte che non ho digerito e che mi fanno dire “Ma come hai fatto a non rispondere?!”. Potrei citare “conventicola”, “succedaneo”, “insinuare”, “Comencini”.

Tranquillo, sono tutte domande a cui non abbiamo risposto nemmeno da casa.

L’ultima è una domanda secca: ti rivedremo a Caduta Libera?

Sì, per il torneo dei campioni, anche se non so ancora quando!

Continuate a seguirci e ne saprete di più!


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